Morte di Raisi, donne iraniane festeggiano con balli e birra

Condividi

La morte del presidente Ebrahim Raisi ha fatto reagire una parte della popolazione con scene di giubilo: molte sono donne che festeggiano la dipartita di uno dei fomentatori del regime illiberale del Paese. Raisi si è guadagnato la reputazione di brutale e intransigente esecutore testamentario della volontà di Khamenei. Le figlie di Minoo Majidi – una donna iraniana di 62 anni che era una delle centinaia di persone uccise dai servizi di sicurezza durante le conseguenze nazionali successive alla morte di Mahsa Amini nel settembre 2022 – hanno condiviso un video sui social media alzando un bicchiere per la morte del presidente.

LEGGI ANCHE

Quella clip è stata seguita rapidamente da altre due donne iraniane, Mersedeh Shahinkar e Sima Moradbeigi, che ballavano e sorridevano in risposta alla notizia che l’elicottero di Raisi era precipitato sul fianco della montagna. Shahinkar è rimasta accecata dalla brutalità delle forze di sicurezza durante le proteste del 2022, mentre Moradbeigi ha perso l’uso di un braccio dopo che una guardia armata le ha fatto esplodere il gomito a bruciapelo.

Una serie di altri video condivisi sui social media sembrano mostrare persone che accendono fuochi d’artificio nelle strade di Teheran per festeggiare, anche se queste clip devono ancora essere verificate. Raisi, diventato presidente dell’Iran nel 2021, è stato ampiamente visto come un vassallo del regime e un yes man del leader supremo Ali Khamenei. Raisi era arrivato alla presidenza con un’ampia maggioranza dopo le elezioni del 2021, ma meno della metà dell’elettorato iraniano si è recato a votare dopo che a molti candidati più moderati è stato impedito di candidarsi.

Da giovane studente in un seminario religioso nella città santa di Qom, Raisi prese parte alle proteste contro lo Scià sostenuto dall’Occidente nella rivoluzione del 1979. I suoi contatti con i leader religiosi a Qom lo resero una figura fidata nella magistratura, tanto da diventare vice procuratore dell’Iran a soli 25 anni. Raisi si è rapidamente fatto strada fino alla vetta e così facendo si è guadagnato il soprannome di “il macellaio di Teheran”. In qualità di sostituto procuratore e successivamente procuratore capo, Raisi faceva parte del cosiddetto “comitato della morte” – un gruppo di quattro giudici che presiedeva i tribunali nel 1988 riuniti per “riprocessare” i prigionieri politici del regime.

Migliaia di questi prigionieri furono giustiziati senza pietà e gettati in tombe anonime. Il numero esatto dei morti non è noto ma gruppi per i diritti umani stimano che circa 5.000 persone siano state uccise in seguito al brutale giudizio di Raisi. Non solo Raisi era fedele alla Repubblica e al suo leader supremo Ruhollah Khomeini, ma nel corso degli anni ’80 aveva sviluppato uno stretto rapporto con l’allora presidente dell’Iran, Ali Khamenei. Khamenei è diventato il leader supremo dell’Iran dopo la morte di Khomeini nel 1989, ed è senza dubbio responsabile di aver tracciato il percorso di Raisi verso la presidenza nel 2021. Dopo l’elezione di Raisi la sua posizione intransigente è diventata ancora più evidente.

Il pugno di ferro contro le donne iraniane

Nel 2022, ha ordinato un’applicazione più rigorosa della “legge iraniana sull’hijab e sulla castità” che limita l’abbigliamento e il comportamento delle donne. È stato in base a questi ordini che la 22enne Mahsa Amini è stata arrestata nel settembre 2022 dalla “polizia della moralità” iraniana per aver indossato un hijab “improprio” ed è morta tre giorni dopo in ospedale, scatenando disordini di massa. I successivi mesi di proteste a livello nazionale hanno rappresentato una delle sfide più gravi per i governanti religiosi iraniani dai tempi della rivoluzione islamica del 1979.

Centinaia di persone sono state uccise, secondo gruppi per i diritti umani, tra cui decine di membri del personale di sicurezza che facevano parte di una feroce repressione contro i manifestanti.

LEGGI LE ALTRE NOTIZIE DI MONDO


Seguici anche su Google News: clicca qui
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: WikipediaX
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X
Photo Credits: X