Lo spot blasfemo delle patatine Amica Chips censurato in tv: integrale in Rete

Amica Chips ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria con uno spot che mostra una suora che riceve una patatina al posto dell’ostia durante la comunione. Lo spot ha scatenato le ire dell’Aiart, l’associazione di telespettatori di ispirazione cattolica, che lo ha definito “blasfemo” e “oltraggioso”. L’Aiart ha chiesto la sospensione dello spot e ha segnalato l’azienda all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria.

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Tre versioni dello spot Amica Chips, in tv quello censurato

Sui social è stata pubblicata la versione integrale dello spot, in cui si vede chiaramente la patatina al posto dell’ostia. Su richiesta di Mediaset, invece, è stata realizzata una versione edulcorata in cui non si vede cosa la suora riceve in comunione. La Rai ha addirittura chiesto una terza versione ancora più “soft”. L’Aiart, associazione di telespettatori di ispirazione cattolica, ha chiesto la sospensione dello spot in quanto offende la sensibilità religiosa di milioni di persone. Il presidente dell’associazione ha definito lo spot “penoso” e un “tentativo di risollevare un’azienda ricorrendo alla blasfemia”.

L’azienda della patatina Chips si difende

L’azienda Amica Chips ha difeso la campagna pubblicitaria, sostenendo che si tratta di uno spot “irriverente” ma “laico”. Il Ceo e direttore creativo della campagna, Lorenzo Marini, ha dichiarato che lo spot è stato realizzato “con forte ironia british” e che non vuole essere offensivo. Tuttavia, la polemica non accenna a placarsi. In molti sui social network hanno espresso indignazione per lo spot, definendolo “blasfemo” e “irrispettoso”.

L’acceso dibattito in Rete

La vicenda ha sollevato anche un dibattito sul tema della pubblicità e del limite della provocazione. C’è chi sostiene che la pubblicità debba essere libera di osare, anche a costo di urtare la sensibilità di alcuni, e chi invece ritiene che ci siano dei limiti che non dovrebbero essere superati, soprattutto quando si tratta di temi religiosi. Il presidente dell’Aiart, Giovanni Baggio, ha criticato duramente lo spot, definendolo “penoso” e un “tentativo di risollevare un’azienda ricorrendo alla blasfemia”. Baggio ha anche accusato l’azienda di “mancanza di rispetto e di creatività” e di “incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare”.

L’Aiart ha inoltre sottolineato che lo spot “strappa un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi” e che “l’offesa al sentimento religioso di qualunque confessione è la spia della mancanza di rispetto nei confronti degli utenti, della loro identità culturale e morale, della loro dignità di persona”. In conclusione, l’Aiart ha chiesto la sospensione dello spot Amica Chips e ha invitato l’azienda a “rispettare la sensibilità religiosa dei cittadini”.

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